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Autore Quali film per peculiarità tecniche hanno segnato la storia del cinema?
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 25-06-2004 02:07  
Molti li conosco, ma sicuramente ancor più sono quelli che ignoro, e così vorrei sapere quali film hanno per determinate scelte legate o alla realizzazione tecnica o per determinate scelte registiche hanno innovato il Cinema. Dalle origini fino ad oggi.
Grazie a chiunque risponda con un minimo di spiegazione.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 25-06-2004 02:45  
Inziamo da lontano?
Per forza!
Siamo nel 1900, tralasciamo Melies, conosciutissimo e facilmente reperibile e i tanti pioneri che fecero del cinema un rudimentale linguaggio articolato e articolabile (gli inglesi e gli americani).
La Storia stessa è fatta di tantissimi esempi e nei libri appositi, (però quelli seri) che trattano in generale il cinema mondiale, tutti i nomi citati meritano di essere almeno un pò conosciuti.
E quindi il mio consiglio iniziale è quello di comprarsene uno.
e quindi permettetemi di fare una piccola digressione bibliografica:
Storia del cinema:
di storie del cinema ce ne sono molte e non sempre interessanti e utili perchè spesso solo contenutistiche, comunque:
-Georges Sadoul, "Storia del cinema mondiale", Feltrinelli
ma Sadoul ne ha scritta un'altra, pubblicata da Einaudi,
-G. Sadoul, "Storia generale del cinema",Einaudi,

(Per chi fosse interessato Sadoul ha pubblicato una storia del cinema più complessa e approfondita sui primi 35 anni del cinema.
-Georges Sadoul , Storia generale del cinema. L’arte muta (1919 – 1929). Il dopoguerra in Europa
-GeorgesSadoul , Storia generale del cinema. Il cinema diventa un’arte (1909 – 1920)
-GeorgesSadoul , Storia generale del cinema. Le origini e i pionieri. (1832-1909) Torino)


-Fofi; Morandini, Volpi e Vincent, "Storia del cinema", Garzanti
-Gianni Rondolino, "Storia del cinema", UTET
-Bordwell-Thompson, "Storia del cinema e dei film", Il castoro
-F. Di Giammatteo, "Storia del cinema", Marsilio

Io consiglierei, seppure ogni volume costi 50-60 €, la staoria del cinema che sta pubblicando o che ha finito di pubblicare la Einaudi (per capirci i tomi argentati)
-"La Storia del Cinema mondiale", a cura di Gianpiero Brunetta

Sulla nascita sociale del cinema (un testo magnifico e chirificatore):
Noel Burch, "Il lucernario dell'infinito", Pratiche Editrice

inserisco qui anche se non è un testo solo sulla storia del cinema, ma offre un punto di vista meno storico e più critico
-Jean-Luc Godard, "Introduzione alla vera storia del cinema", Editori Riuniti

Per quanto riguarda la mia esperienza personale un autore che mi colpì molto per le sue capacità tecniche applicate all'invenzione partirei con Segundo de Ochomon e il suo "Hotel Elettrico" un film, un cortometraggio, del 1902 dove viene ampiamente usata la tecnica del passo uno. Oggetti inanimati che prendono vita, che agiscono, si muovono e prendono iniziative "personali" (parucchieri, attrezzi e oggetti per pulire, portantini automatizzati). Un film molto divertente e sorprendente da vedere per l'impressionante abilità tecnica di cui venne fatto utilizzo.

Come dice Bruno Fornara nel suo "geografia del cinema" esistono modi diversi e idee completamente differenti per "parlare" con il cinema. Ognuno ha i suoi film campione.

In russia non mi lascerei fuggire un film come "ottobre" di Ejzenstejn fatto con 3225 inquadrature (tantissime anche per un film moderno o per un videoclip) e "la corazzata Potemkin" per "le composizione interna dei piani e delle angolature, per l'aspetto plastico della successione delle inquadrature" e per tutto quel linguaggio, unicamente formale, per poter alludere, significare, esprimere e dare giudizi.

Dziga Vertov, il propugnatore del "cineocchio" con i film "l'uomo con la macchina da presa" e "la sesta parte del mondo" propone un'idea di cinema a carattere documentaristico e di attualità. Film ricchissimi di trovate ed espedienti tecnici per ricreare un mondo che, si, nasce dal reale, ma che da li parte per la creazione di una percezione diversa del mondo.

In america negli anni 10 c'è il grandissimo Roscoe Arbuckle, maestro di Buster Keaton. Questi due cambiano modo di fare cinema e Buster Keaton, dopo la prematura ed archittetata morte artistica del suo maestro, negli anni 20 inizia ad imporre una nuova idea di cinema. date una letta QUI.


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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 25-06-2004 03:22  
Renoir è un altro di quegli autori imprescindibili. Per l'utilizzo del fuoricampo e quindi delle possibilità di costruire spazi psicologici a discapito di spazi fisici direi senza ombra di dubbio "nana" e invece per l'uso elaborato e sapiente del piano sequenza, che Bazin reputava l'indice dell'evoluzione del linguaggio cinematografico, dire "la regola del gioco" anche perchè come non mai la regia e la costruzione si modella sulla storia raccontata. Ogni scelta ha il suo corrispettivo su un piano diverso.

In germania, tralascerei il cinema espressionista, sicuramente interessante e mi concentreri più su Lang e su alcuni film di Murnau.
"Aurora" è uno dei film migliori della storia del cinema. Spazi incommensurabili, inquadrature potenti e stabili, luogi simbolici e monolitici in cui si muovono i personaggi nella loro catarsi. Bellissimi ed elaborati movimenti di macchina che attraversono luoghi e stanze, paludi e mare e che fissano gli attori in una vicenda che ha dell'incredibile. Un film modernissimo, più moderno di tanti film di oggi. C'è anche un bellissimo trasparente giocato con un ritmo di montaggio alternato impressionante.
L'altro, "Tabù", ultimo film di Murnau, girato insieme a Flaherty, segue le orme di "Aurora" verso la costruzione di un film ad ampio respiro lasciandosi dietro, se non come retaggio espressivo, gli strascichi espressionisti. Il simbolo si sposta nell'uomo e lascia le scenografie per muoversi nella costruzione spaziale delle inquadrature.
Per quanto riguarda Lang cito solo "M", seppure andrebbe visto tutto (soprattutto il periodo tedesco), perchè insieme ai film di Renoir, questo segna la nascita di un nuovo cinema capace di usare il sonoro in perfetta armonia con l'immagine.
Citavo Flaherty e quindi non posso non ricordare, più che "Nanook l'eschimese", proprio "l'uomo di aran" (1934) un documentario girato nell'arco di due anni sui pochi abitanti dell'isola di aran e sui loro modelli di sopravvivenza, però costruito come fosse un film di fiction. Uno dei primi tentativi di integrazione dei generi. Ogni evento viene ri-organizzato in termini narrativi, integrato di inquadrature di inserto, dialoghi, e piccoli avvenimenti per costruire una storia suggestiva dove quasi è impossibile distinguere l'evento in tempo reale da quello appositamente girato.

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 25-06-2004 03:24  
Continuo domani, che sono stanco...
troppi film, troppi...
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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 25-06-2004 10:53  
..ho dato un'esame sul libro di fornara(non dolo quello ovviamente) e sebbene sia uno dei più chiari e immediati..devo dire che a mio parere tralascia non poche cose e sembra voler "ridurre"(anche se non è una vera riduzione..ma una eccessiva semplificazione dell'universo cinematografico) a pochi "continenti" tutte le forme che nella storia del cinema si sono susseguite e intrecciate talvolta generando stili e messinscene tutt'altro che inscivibili in quelle "aree continentali"!Mi sembra riduttivo per esempio parlare di Godard come "il regista del montaggio esibito"..trovo invece azzeccati il paragrafo su Ozu..e in generale sullo "sguardo fisso"!
Ciò non toglie che, per un primo approcio all'universo della settima arte, il libro sia come ho detto chiaro ed immediato!

Tornando al topic, tra i film che hanno fatto la storia del cinema..io inserisco solitamente qualche lavoro di un regista spesso sottovalutato (per quanto riguarda il modo con cui ha saputo guardare, demolire l"American way of life"..e tracciare una nuova strada del cinema americano)..parlo di Robert Altman e nel particolare di M.A.S.H, Nashville e America Oggi..
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perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 25-06-2004 11:42  
Dopo “Quinto potere” di Sidney Lumet, qualcosa è cambiato.
Ci si è resi conto che la televisione ci stava cambiando, l’audience saliva, scendeva, si stabilizzava, dipendeva da noi. Stava nascendo il “Quinto potere”. Un potere in grado di cambiare le nostre abitudini, di rivoluzionare i nostri interessi, e i nostri comportamenti. “Quinto potere” è stato il film che ha analizzato per la prima volta il potere televisivo, un potere in grado di cambiare la società. Il film vinse quattro Oscar. La gente pensava, si rendeva conto. Il 1983, è invece l’anno di “Videodrome” di David Cronenberg, film che trattava simile argomento ma in una maniera più dura, consapevole e allucinata. Se con “Quinto potere” ci siamo analizzati per quello che guardiamo, con “Videodrome” accade il contrario, è la televisione che ci analizza, ci condiziona, per quello che guardiamo. Il settimo film di Cronenberg, aggiorna il significato di “Quinto potere”, lo vuole esasperare, prevede cosa sarebbe accaduto nei prossimi dieci, venti anni. Non vinse niente, e non voleva vincere niente, il film di Lumet aveva fatto la fine di molti, dimenticato, “Videodrome” voleva invece essere ricordato nella mente di chi ha avuto la fortuna di vederlo, voleva sconvolgere la stessa, farle porre delle domande, farle chiedere quanto sadismo è dentro di noi… Noi lo sapevamo bene, e il film meglio, rimaniamo incollati davanti al teleschermo, per quello che è anormale, violento, sconvolgente, cerchiamo di essere ingoiati da quella bocca, per sapere cosa c’e dietro, cosa si nasconde dietro quella violenza che ci attira tanto… Il tema è chiaro, “Videodrome” sapeva, sa e prevede. Cronenberg ha portato avanti tutto ciò che proviene dalla video arena, persone malate, ossessionate, lussuriose, pervertite, deviate, schizofreniche, che non sono altro che noi, la nostra “Videosociety”.

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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 25-06-2004 11:53  
quote:
In data 2004-06-25 11:42, Cronenberg scrive:
Dopo “Quinto potere” di Sidney Lumet, qualcosa è cambiato.
Ci si è resi conto che la televisione ci stava cambiando, l’audience saliva, scendeva, si stabilizzava, dipendeva da noi. Stava nascendo il “Quinto potere”. Un potere in grado di cambiare le nostre abitudini, di rivoluzionare i nostri interessi, e i nostri comportamenti. “Quinto potere” è stato il film che ha analizzato per la prima volta il potere televisivo, un potere in grado di cambiare la società. Il film vinse quattro Oscar. La gente pensava, si rendeva conto. Il 1983, è invece l’anno di “Videodrome” di David Cronenberg, film che trattava simile argomento ma in una maniera più dura, consapevole e allucinata. Se con “Quinto potere” ci siamo analizzati per quello che guardiamo, con “Videodrome” accade il contrario, è la televisione che ci analizza, ci condiziona, per quello che guardiamo. Il settimo film di Cronenberg, aggiorna il significato di “Quinto potere”, lo vuole esasperare, prevede cosa sarebbe accaduto nei prossimi dieci, venti anni. Non vinse niente, e non voleva vincere niente, il film di Lumet aveva fatto la fine di molti, dimenticato, “Videodrome” voleva invece essere ricordato nella mente di chi ha avuto la fortuna di vederlo, voleva sconvolgere la stessa, farle porre delle domande, farle chiedere quanto sadismo è dentro di noi… Noi lo sapevamo bene, e il film meglio, rimaniamo incollati davanti al teleschermo, per quello che è anormale, violento, sconvolgente, cerchiamo di essere ingoiati da quella bocca, per sapere cosa c’e dietro, cosa si nasconde dietro quella violenza che ci attira tanto… Il tema è chiaro, “Videodrome” sapeva, sa e prevede. Cronenberg ha portato avanti tutto ciò che proviene dalla video arena, persone malate, ossessionate, lussuriose, pervertite, deviate, schizofreniche, che non sono altro che noi, la nostra “Videosociety”.




Devo dire che è davvero interessante..non ho mai approfondito un regista, a mio parere davvero enigmatico, come Cronenberg.
Forse sottovalutavo le potenzialità dei suoi film o forse non mi sono mai davvero fermato a riflettere su di essi.
Il fatto è che m rendo sempre più conto di quante strade si possono percorrere nel cinema e come talvota queste strade possano portarti in luoghi davvero impensabili..
Prometto che “Videodrome” sarà tra i miei prossimi viaggi!
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 25-06-2004 12:04  
Un film che reputo essenziale pre la sua narrazione secondo un lungo flashback negativo è "L'invasione degli ultracorpi" di Don Siegel in cui partendo dalla manifesta uscita di senno del protagonista, scopriamo a discapito delle apparenze che il suo stato d'animo è più che motivato. Una narrazione che spuur convincendoci visivamente non convince chi al comando della polizia lo sta solamente ascoltando. Un confronto che rende alla visione di un racconto quella forza che non si trova nella semplice parte oratoria.
Se si escludesse poi il finale rassicurante che fu un atto imposto da parte della produzione, tale contrasto emergerebbe ancor di più.
Un mancato finale negativo che comunque influenzerà molte della opere di fantascienza successive, capovolgendo le assuefatte tradizioni secondo cui l'uomo avrebbe sempre trionfato.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 25-06-2004 12:08  
quote:
In data 2004-06-25 11:53, Hawke84 scrive:
quote:
In data 2004-06-25 11:42, Cronenberg scrive:
Dopo “Quinto potere” di Sidney Lumet, qualcosa è cambiato.
Ci si è resi conto che la televisione ci stava cambiando, l’audience saliva, scendeva, si stabilizzava, dipendeva da noi. Stava nascendo il “Quinto potere”. Un potere in grado di cambiare le nostre abitudini, di rivoluzionare i nostri interessi, e i nostri comportamenti. “Quinto potere” è stato il film che ha analizzato per la prima volta il potere televisivo, un potere in grado di cambiare la società. Il film vinse quattro Oscar. La gente pensava, si rendeva conto. Il 1983, è invece l’anno di “Videodrome” di David Cronenberg, film che trattava simile argomento ma in una maniera più dura, consapevole e allucinata. Se con “Quinto potere” ci siamo analizzati per quello che guardiamo, con “Videodrome” accade il contrario, è la televisione che ci analizza, ci condiziona, per quello che guardiamo. Il settimo film di Cronenberg, aggiorna il significato di “Quinto potere”, lo vuole esasperare, prevede cosa sarebbe accaduto nei prossimi dieci, venti anni. Non vinse niente, e non voleva vincere niente, il film di Lumet aveva fatto la fine di molti, dimenticato, “Videodrome” voleva invece essere ricordato nella mente di chi ha avuto la fortuna di vederlo, voleva sconvolgere la stessa, farle porre delle domande, farle chiedere quanto sadismo è dentro di noi… Noi lo sapevamo bene, e il film meglio, rimaniamo incollati davanti al teleschermo, per quello che è anormale, violento, sconvolgente, cerchiamo di essere ingoiati da quella bocca, per sapere cosa c’e dietro, cosa si nasconde dietro quella violenza che ci attira tanto… Il tema è chiaro, “Videodrome” sapeva, sa e prevede. Cronenberg ha portato avanti tutto ciò che proviene dalla video arena, persone malate, ossessionate, lussuriose, pervertite, deviate, schizofreniche, che non sono altro che noi, la nostra “Videosociety”.




Devo dire che è davvero interessante..non ho mai approfondito un regista, a mio parere davvero enigmatico, come Cronenberg.
Forse sottovalutavo le potenzialità dei suoi film o forse non mi sono mai davvero fermato a riflettere su di essi.
Il fatto è che m rendo sempre più conto di quante strade si possono percorrere nel cinema e come talvota queste strade possano portarti in luoghi davvero impensabili..
Prometto che “Videodrome” sarà tra i miei prossimi viaggi!


Sono contento di averti incuriosito, anche perchè come hai detto tu stesso Cronenberg è spesso vittima di superficialità, nel senso che molte persone non sono capaci di soffermarsi a pensare o a rflettere sui suoi film, unica cosa da fare Nel frattempo mi scuso se sono andato un pò fuori argomento ma reputo che l'argomento che trattano determinati film, sia già di per se una peculiarità tecnica.
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René Descartes

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gatsby

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Da: Roma (RM)
Inviato: 25-06-2004 12:11  
Lo penso anche io e reputo spesso la sceneggiatura uno di questi punti.
Tant'è che anche il film che ho citato sopra, ha una sua e importanza peculiarità nel tipo di sceneggiatura,più che in altro(basso budget, mano censoria della produzione, il tema del non pensiero come miglior modo di vivere etc etc)

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I cattivi hanno sicuramente capito qualcosa che i buoni ignorano

[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 25-06-2004 alle 12:12 ]

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 25-06-2004 12:14  
quote:
In data 2004-06-25 12:11, gatsby scrive:
Lo penso anche io e reputo spesso la sceneggiatura uno di questi punti.
Tant'è che anche il film che ho citato sopra, ha una peculiarità nel tipo di sceneggiatura,più che in altro(basso budget, mano censoria della produzione, etc etc)


Esattamente, condizionamenti che nel corso del tempo diventano vere e propre "caratteristiche riconoscitive" di certi film e di comunque un certo tipo di cinema.
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René Descartes

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